Labirinti e Ghetti

 

In occasione della ricorrenza del 16 ottobre 1943, l’associazione ECAD ha presentato in collaborazione con il Teatroinscatola e  InAltreParole dal 12 al 14 ottobre il progetto Labirinti e Ghetti  articolato in due spettacoli e una conferenza con Anna Foa.

Che rapporto c'è fra un labirinto e un ghetto? Il labirinto è quello della storia, il ghetto è la conseguenza quando la storia non riesce a trovare altra via uscita che non sia quella della violenza e della reclusione. Apparentemente in  tutti e due bisogna trovare una via di uscita.  Dal ghetto bisogna uscirne per trovare una risposta storica che lo elimini, dal labirinto per trovare le soluzioni o le interpretazioni  a come un labirinto si sia trasformato in ghetto.

Abbiamo voluto così accostare due testi Benedictus dell’israeliano Motti Lerner e Il violino di Shylock di Vittorio Pavoncello. Il primo Benedictus parla di un tema contemporaneo quale è la complessa vicenda del nucleare iraniano. La vicenda si svolge a Roma  e siamo a 72 ore prima dell’attacco che gli Stati Uniti hanno deciso di sferrare all’Iran degli integralisti che non hanno risposto al divieto di dotarsi di armi nucleari. Un iraniano Ali Kermani, e un israeliano Asher Muttahede, un tempo amici a Teheran e divisi in seguito dalle svolte politiche antisemite intraprese dalla Rivoluzione Iraniana  si danno appuntamento in segreto, ospiti di un monastero benedettino a Roma, per cercare di fermare o di trarre ognuno il proprio vantaggio da una guerra che si preannuncia catastrofica, ma il loro incontro è seguito costantemente dall’Ambasciatore americano a Roma oltre che dal Vaticano.

Il secondo testo invece “Il violino di Shylock” è una rilettura del personaggio creato da Shakespeare tramite una rivisitazione, una reinterpretazione di un attore  sulle proprie vicissitudini e che diventa un’altra storia teatrale, quella appunto di un ebreo che viene ridotto a maschera e conseguentemente ad uno stereotipo pubblico e sociale. Il personaggio raccontando la propria storia, e duettando con un violinista, svela le forme nascoste della vicenda drammaturgica di Shylock e racconta come il suo essere diventato l’emblema del male spietato, in realtà sia nato quasi per gioco, frutto di una scommessa fatta per scherzo o per sfida, e come il tentativo, almeno negli inizi, fu di  trovare un punto di accordo, da parte di  Shylock, fra un cristiano e un ebreo.

L’incontro invece con Anna Foa ci ha portato a ricordare quello che fu il 16 ottobre 1943  inquadrato sia nel suo percorso storico che nei vari antisemitismi che lo hanno preceduto.

 

 

IL VIOLINO DI SHYLOCK

 

di e con 

Vittorio Pavoncello 

al violino

 Marco Valabrega   

 
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BENEDICTUS

di Motti Lerner

con

Marco Belocchi         Motahede

Bruno Viola              Kermani

Giuseppe Lorin         Ambasciatore

Giustino De Filippis    Monaco

regia

Vittorio Pavoncello

 

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